Sforbiciata a aliquote e scaglioni

In linea con la delega contenuta nella legge 111/2023, il governo ha predisposto uno schema di decreto legislativo che dovrà passare ora al vaglio del Parlamento. L’articolo 1 del provvedimento interviene sul versante dell’Irpef, l’imposta sui redditi delle persone fisiche. Per il 2024, trovano applicazione le seguenti aliquote per scaglione di reddito: a) fino a 28mila euro, 23%; b) oltre 28mila euro e fino a 50mila euro, 35%; c) oltre 50mila euro, 43%. Sempre per l’anno 2024, la detrazione per lavoro dipendente (redditi fino a 15mila euro) di cui all’articolo 13, comma 1, lettera a) è fissata in 1.955 euro (anziché 1.880 euro). Il comma 2 dell’articolo 1 prevede che la somma a titolo di trattamento integrativo (articolo 1, comma 1, primo periodo, dl 3/2020) è riconosciuta in favore dei contribuenti con reddito complessivo non superiore a 15mila euro nel caso in cui l’imposta lorda sia superiore a quello della detrazione spettante diminuita di 75 euro rapportato al periodo di lavoro nell’anno. tradotto, ciò significa un vantaggio in termini economici di almeno 260 euro su base annua, ma anche l’innalzamento della no tax area per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 15mila euro. Si ricorda che in legge di bilancio è invece prevista la conferma per il 2024 del taglio del cuneo contributivo per i redditi da lavoro dipendente fino a 25mila euro (7%) e fino a 35mila euro (6%), con benefici anche di 100 euro al mese. Il meccanismo adottato all’articolo 1 permette di tenere dentro anche gli incapienti.