L’attenzione rimane alta «per proteggere i siti, in particolare quelli frequentati da cittadini di religione ebraica, per impedire che ci siano azioni violente»

«Non abbiamo rischi di attentati, non c’è nessun segnale in questa direzione, però non possiamo abbassare la guardia, anzi la alziamo proprio per la prevenzione». Così il ministro degli Esteri e vice presidente del Consiglio, Antonio Tajani, motivando, in un intervento a “Mattino Cinque”, il programma televisivo in onda su Canale 5, la decisione di sospendere il Trattato di Schengen sulla libera circolazione in Europa «soltanto al confine con la Slovenia» e per un periodo di tempo limitato. Una scelta che, alla luce degli ultimi sviluppi in Medio Oriente, un’area diventata incandescente, mira ad «evitare che attraverso la rotta balcanica arrivino terroristi che possano colpire nel nostro Paese o in Europa». Al momento, i servizi di intelligence, che monitorano costantemente la situazione, non hanno riscontrato minacce imminenti, l’attenzione rimane alta «per proteggere i siti, in particolare quelli frequentati da cittadini di religione ebraica, per impedire che ci siano azioni violente», ha assicurato il titolare della Farnesina. Già ieri sera il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, aveva rivendicato «la piena responsabilità» della sospensione del Trattato di Schengen, che «si è resa necessaria per l’aggravarsi della situazione in Medio Oriente, l’aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica e soprattutto per questioni di sicurezza nazionale, e me ne assumo la piena responsabilità».