La maggioranza punta sul rafforzamento della contrattazione collettiva

La discussione sul salario minimo orario per legge torna in commissione lavoro della Camera dei deputati, dopo il voto dell’aula di Montecitorio. Si tratta di qualcosa di ampiamente previsto e prevedibile, nonostante il fuoco di sbarramento messo in atto dalla minoranza parlamentare, Italia viva esclusa. Sulle proposte di legge in materia di salario minimo legale su base oraria si era acceso un faro all’inizio dell’estate, con l’opposizione che aveva cercato di fare gruppo per provare a mettere in difficoltà la compagine governativa. La risposta della premier Giorgia Meloni è stata la convocazione a Palazzo Chigi per un vertice con i leader delle diverse formazioni di centrosinistra, a cui è seguito l’affidamento dell’incarico al Cnel e al suo presidente Renato Brunetta di produrre un dossier di approfondimento del tema. Nelle settimane che sono seguite, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro ha elaborato un testo di analisi e proposte sulla questione salariale in Italia. Con il voto a favore di larga parte dell’assemblea, compreso quello di Cisl e Ugl, è stato approvato il documento che punta sulla contrattazione collettiva per rafforzare il potere d’acquisto dei lavoratori e delle lavoratrici. La Cgil e la Uil hanno votato contro. Ora, la questione salariale torna in commissione lavoro, proprio nel momento in cui il Parlamento si appresta ad aprire la discussione sulla legge di bilancio.