Secondo il ministro dell’Interno, «in Italia possiamo confidare su un sistema di prevenzione molto affidabile»

«È evidente che la situazione internazionale è difficile e lo sarà per i prossimi mesi: si deve mantenere alta l’attenzione». Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervenendo nel corso di un convegno organizzato dal Coisp, il sindacato di polizia, e dall’Istituto Inmp. Impossibile, dopo quanto accaduto sabato scorso in Israele, escludere a priori episodi di violenza, dettati dall’emulazione, contro la comunità ebraica che vive in Italia: «Possono esserci emulazioni, lupi solitari, fenomeni difficili da prevenire», ha aggiunto il titolare del Viminale, assicurando che «il nostro sistema di prevenzione è comunque molto capace di contrastare i rischi, questo è un elemento di rassicurazione. Non abbiamo elementi di minaccia concreta», anche se, in questi casi, la prudenza non è mai troppa. E di prudenza ne aveva chiesta il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione della visita al Tempio Maggiore di Roma, la principale sinagoga di Roma, durante la quale aveva espresso solidarietà e promesso il massimo impegno per «difendere i cittadini da ogni forma di antisemitismo». «Tutte le sinagoghe e tutti i luoghi di riunione e i quartieri dove c’è una maggioranza di popolazione ebraica sono particolarmente sorvegliati e protetti», ha assicurato ieri il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Rtl 102.5, aggiungendo che «l’Italia non sottovaluta i rischi». Che possono arrivare per ogni dove, inclusi i flussi migratori, monitorati con attenzione: «Ci sono anche i controlli su coloro che arrivano attraverso l’immigrazione regolare e irregolare per impedire che si infiltrino terroristi. Questo certamente».