Ape sociale e Opzione donna confluiscono in un unico strumento per l’uscita

In attesa del testo definitivo della legge di bilancio e tenendo conto del fatto che, comunque, in Parlamento potrebbe sempre essere apportate delle modifiche, dalla conferenza stampa successiva alla votazione in Consiglio dei ministri, sono emerse quelle che sono le linee guida in materia di pensioni per il 2024. In primo luogo, considerando anche il decreto-legge fiscale, nel complesso 14 miliardi di euro sono destinati alla rivalutazione degli assegni pensionistici in essere. La perequazione, è questo il termine tecnico previsto dalla normativa, è al 100% per gli assegni non superiori a quattro volte il minimo, vale a dire circa 2.300 euro lordi per tredici mensilità, mentre si riduce con l’aumentare dell’assegno percepito. Intervento di rivalutazione previsto anche per le pensioni al minimo, in particolare per i beneficiari con più di 75 anni di età. Rispetto alle misure in uscita, si annunciano novità di rilievo, rispetto alle quali, però, è fondamentale attendere il testo finale. Sembrano destinate a scomparire sia l’Ape sociale che Opzione donna per come le abbiamo conosciute finora per arrivare ad uno strumento unico di uscita, tenendo conto dell’età anagrafica (63 anni) e degli anni di contribuzione versata, parametro che dovrebbe variare in ragione delle condizioni personali dell’interessato (caregiver, disabile, lavori usuranti e faticosi, donna). Novità anche per le pensioni contributive.