Blinken atterrato a Tel Aviv per nuovi colloqui sulla crisi

Prosegue l’esodo dal nord della Striscia di Gaza, dove – secondo gli ultimi resoconti – il bilancio delle vittime continua a salire, con almeno 2.750 persone uccise e più di 9.700 ferite. Anche Israele prevede di evacuare le persone che vivono entro due chilometri dal confine con il Libano, dato il coinvolgimento che si è subito esteso al lancio di razzi da parte del gruppo Hezbollah. Ma ora a preoccupare la comunità internazionale sono anche le dichiarazioni che arrivano da Teheran. «L’Iran ritiene che gli Stati Uniti siano già coinvolti militarmente nel conflitto tra Israele e i palestinesi», ha infatti affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani, nel corso di una conferenza stampa. «La responsabilità dei paesi che sostengono Israele – ha aggiunto – non è inferiore alla responsabilità dell’entità per i crimini commessi contro il popolo palestinese. I crimini del nemico sionista sono stati ripetuti per 70 anni e i palestinesi stanno resistendo a questi crimini». «La priorità dell’Iran è porre fine al brutale e disumano assedio di Gaza, mettere fine ai bombardamenti e consentire il flusso di aiuti umanitari nella regione», ha infine dichiarato. Intanto il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, è tornato oggi in Israele per colloqui con i leader israeliani. Sulla situazione in Medio Oriente si registra anche la posizione della Cina, secondo sarebbe auspicabile «attivare la “soluzione dei due Stati” il prima possibile, lottare per un consenso più ampio e promuovere la formazione di calendario e tabella di marcia per ripristinare i diritti legittimi della nazione palestinese». A dirlo è stato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi nell’incontro con l’omologo russo, Sergei Lavrov, oggi in visita a Pechino.