Il nodo del sommerso

Forti criticità, secondo il Cnel, si ritrovano nel lavoro povero, nel sommerso e negli appalti, per cui si auspica l’adozione di misure specifiche. Nel caso degli appalti, ad esempio, si potrebbe affidare alle parti sociali presenti nel Cnel l’individuazione dei contratti collettivi di riferimento (maggiore applicazione), operando per rendere meglio intellegibili i trattamenti retributivi complessivi, così da rendere possibile la revisione delle tabelle ministeriali per la determinazione del costo medio orario. Possibile anche il ripristino della regola di parità di trattamento retributivo, mentre all’interno del Piano nazionale di sostegno alla famiglia e alla non autosufficienza (legge delega 33/2023) dovrebbe essere inserite misure per scongiurare il sommerso nel lavoro domestico. Fondamentale anche il rafforzamento delle attività ispettive e di vigilanza. Il Cnel suggerisce inoltre di ripensare le politiche attive, dando un rinnovato protagonismo alle parti sociali, valorizzando i sistemi di bilateralità e il contributo dei fondi paritetici interprofessionali per la formazione continua. Sempre il Cnel potrebbe individuare i contratti collettivi maggiormente diffusi per settore, condizionando la registrazione nell’archivio nazionale dei contratti e l’assegnazione del codice alfanumerico unico del Ccnl al rispetto dello standard economico e normativo; il Cnel, in un tale contesto, potrebbe evidenziare le vari voci che compongono il contenuto economico dei contratti collettivi, così da permetterne una migliore lettura. Altra proposta è quella di estendere il modello della «rete del lavoro agricolo di qualità» anche ad altri settori. Il Parlamento dovrebbe normare, a beneficio del giudice, che per la determinazione del trattamento retributivo ai sensi dell’articolo 36 della Costituzione si deve intendere il minimo tabellare e il trattamento economico complessivo ordinario e normale. Dovrebbe altresì arrivare una chiara indicazione sul fatto che, per la determinazione del minimale contributivo, si debba tener conto della retribuzione assoggetta a contribuzione, stabilita dai contratti collettivi. È fondamentale inoltre adottare misure per contrastare i ritardi nei rinnovi contrattuali; il Cnel, però, in questo caso, non indica quali potrebbe essere queste misure da prendere. Infine, si potrebbe pensare di affidare al Cnel l’attività di monitoraggio sulle retribuzioni più basse, come richiesto dalla direttiva Ue 2022/2041, anche in un’ottica di maggiore trasparenza nella lettura delle componenti della busta paga dei lavoratori, così da avere informazioni complete e condivise.