«La nostra idea è costruire da parte dell’Europa un approccio nuovo con l’Africa che non sia predatorio e paternalistico»

«Non ci sarebbe nulla di nuovo se presentassimo un piano all’Africa. La cosa nuova è scriverlo insieme, stabilire le priorità e portare avanti una strategia». Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, riferendosi al Piano Mattei, a margine dell’incontro con il presidente del Mozambico, Filipe Nyusi, a Maputo, che «ha garantito la sua presenza e la cooperazione nella stesura del Piano». Nei rapporti con i Paesi africani, la linea dell’attuale governo italiana è stata chiara fin dall’insediamento a palazzo Chigi: «La nostra idea è costruire da parte dell’Europa un approccio nuovo con l’Africa che non sia predatorio e paternalistico, che non sia un’idea di un’Africa che va aiutata con la carità ma sostenuta con le ricchezze che ha e possa vivere di sviluppo e benessere grazie a quelle ricchezze, con l’aiuto di nazioni che investono e costruiscono rapporti di lungo periodo», ha spiegato il premier. Che vede nel Piano Mattei un tassello di una strategia più ampia che punta, creando condizioni di benessere nei Paesi di origine dei migranti, ad estirpare l’immigrazione illegale. Con Nyusi, «abbiamo parlato di lotta al terrorismo perché stabilità e pace sono alla base di qualsiasi sviluppo strategico», ha infatti precisato il presidente del Consiglio. «Vogliamo spingere le nostre aziende a investire di più, e c’è un lavoro che possiamo fare insieme. Continuiamo a essere pronti a fare la nostra parte. Senza stabilità è molto più difficile produrre il benessere di cui c’è bisogno», ha concluso il premier.