Esercito: colpiamo Gaza su «scala senza precedenti»
Ancora una giornata di sirene e razzi in Medio Oriente, interessato dal quinto giorno di conflitto, ormai esteso al confine nord di Israele, dato il coinvolgimento di Hezbollah dal sud del Libano. Il gruppo libanese sostenuto dall’Iran ha infatti rivendicato il lancio di missili avvenuto oggi contro Israele, motivando l’operazione come rappresaglia per l’uccisione di tre suoi membri all’inizio della settimana. I media locali hanno poi riferito di una risposta da parte delle forze israeliane che non si è fatta attendere, denunciando attacchi con il fosforo. Hezbollah, tuttavia, sostiene di avere inflitto «un gran numero» di perdite umane. Intanto l’esercito continua a colpire nella Striscia su «scala senza precedenti», come ha reso noto il generale Omer Tishler. «Stiamo attaccando» con questa modalità «perché quello che accade qui è qualcosa che non è mai accaduto prima». Haaretz ha inoltre scritto che la centrale elettrica di Gaza, l’unica della Striscia, ha smesso di funzionare. Mentre il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, è vicino all’accordo per un governo di guerra («Dobbiamo entrare a Gaza», ha ribadito in uno dei suoi ultimi colloqui telefonici con il presidente statunitense, Joe Biden), il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, durante un discorso al gruppo parlamentare del suo partito Akp, ha dichiarato che «gli attacchi sproporzionati e infondati di Israele su Gaza potrebbero portarla verso una posizione sgradita agli occhi del pubblico a livello globale». Gli Stati Uniti, da parte loro, sono «fermamente al fianco di Israele nella difesa da questo vile attacco terroristico di Hamas. Rimarremo in stretto contatto con i nostri partner israeliani e ci assicureremo che abbiano tutto ciò di cui hanno bisogno», ha affermato il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin, parlando al Gruppo di Contatto per l’Ucraina, al quartier generale Nato.