Gli abitanti del Medio Oriente, di India e Pakistan, della Cina Orientale e dell’Africa Sub Sahariana potrebbero sperimentare ondate di calore e umidità intollerabili per il corpo umano

Un aumento di temperatura di oltre 1,5 gradi rispetto ai livelli pre-industriali avrà conseguenze drammatiche sulla vita di miliardi di persone. Che non riusciranno più a raffreddare naturalmente il proprio corpo. Lo sostiene una ricerca interdisciplinare del Penn State College of Health and Human Development, del Purdue University College of Sciences e del Purdue Institute for a Sustainable Future, pubblicata su “Proceedings of the National Academy of Sciences”. Ci sono dei limiti oltre i quali il nostro corpo rischia di non sopravvivere: uno studio realizzato l’anno scorso dal Penn State sostiene che il limite di temperatura del bulbo umido ambientale per giovani in salute è di circa 31 gradi, che equivale al 87,8 F all’umidità al 100%, anche se bisogna considerare che, al netto della temperatura e dell’umidità, altri fattori – lo sforzo fisico, fattori ambientali – incidono molto sulla soglia specifica di ogni individuo in un preciso momento. Dopo aver passato in rassegna le serie storiche, i ricercatori hanno concluso che la temperatura e l’umidità hanno oltrepassato i limiti umani in poche occasioni e per periodi di tempo piuttosto limitati, appena una manciata di ore, perlopiù in Medio Oriente e nell’Asia Sud-Orientale. Dallo studio è emerso che un eventuale incremento delle temperature globali di 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali metterebbe a rischio la sopravvivenza degli abitanti di Pakistan e India, della Cina Orientale e della Africa Sub Sahariana per un totale complessivo di quattro miliardi di persone.