In un quadro già difficile a causa della guerra tra Russia e Ucraina, la comunità internazionale è chiamata ad un’ulteriore prova. Trump attacca Biden

Centinaia di morti su entrambi i lati e una situazione che descrivere come incandescente è poco, dati i risvolti sullo scacchiere internazionale. Il gruppo terroristico Hamas ha condotto a partire da sabato una serie di incursioni in territorio israeliano, colpendo indistintamente, anche i civili. Nella tarda mattinata di oggi i morti in Israele per gli attacchi da Gaza sono arrivati a 800, secondo quanto riportato dai media, mentre secondo le stime del ministero della Sanità di Gaza sarebbero oltre 500 i palestinesi morti. Il governo israeliano ha deciso per un intervento militare duro, che prevede l’assedio totale della Striscia di Gaza. Ma le ripercussioni, si diceva, sono molteplici. Le operazioni di Hamas potrebbero avere avuto il sostegno dell’Iran in chiave anti-Arabia Saudita (per sabotare, cioè, gli Accordi di Abramo), sebbene Teheran, pur ricordando di appoggiare orgogliosamente la Palestina, sostenga di non essere dietro gli attacchi messi a segno da Hamas. A nord, i razzi sparati da Hezbollah (proprio oggi il movimento sciita libanese filo-iraniano, attraverso i suoi media, ha smentito la notizia di un lancio di razzi dal Libano verso Israele), aprono un ulteriore fronte del conflitto. Sirene che suonano di continuo, persone che devono correre ai ripari. La comunità internazionale ha espresso vicinanza a Israele, gli Stati Uniti inviano altre navi militari nel Mediterraneo a supporto dello Stato ebraico. Per il presidente statunitense, Joe Biden – diversi i colloqui telefonici con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu –, si tratta di una prova tutt’altro che trascurabile, nel quadro della già delicata situazione in Ucraina. Hezbollah ha inoltre minacciato di attaccare le posizioni americane in Medio Oriente nel caso Washington intervenisse in maniera diretta nel conflitto tra Israele e Hamas. «La Palestina non è l’Ucraina. Se gli Stati Uniti intervengono direttamente, tutte le posizioni americane nella regione diventeranno bersagli legittimi», ha affermato un portavoce del movimento. Ma per Biden si tratta anche di una prova interna, con l’ex presidente e possibile suo rivale alle elezioni del 2024, Donald Trump. Quest’ultimo, infatti, lo ha attaccato nelle ultime ore perché l’attuale politica estera minerebbe gli Accordi di Abramo avviati proprio dalla sua amministrazione. Anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è intervenuto sulla crisi in Medio Oriente, parlando alla sessione annuale dell’Assemblea parlamentare della Nato: «Le intenzioni dichiarate sono diverse, ma l’essenza è la stessa, vedi lo stesso sangue per le strade, vedi le stesse auto civili colpite da colpi di arma da fuoco, vedi gli stessi corpi di persone che sono state torturate». Dal lato Russia «al momento» Putin non ha in programma contatti con le leadership israeliana e palestinese, secondo quanto riferito dal portavoce, Dmitry Peskov. Il portavoce ha poi specificato che in caso di necessità, i colloqui «possono essere organizzati molto velocemente». Secondo il Cremlino, il conflitto «è un grave pericolo per la regione» e Mosca «è seriamente preoccupata» al riguardo.