È stata premiata per «la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e la sua lotta per promuovere i diritti umani e la libertà per tutti»

Il Premio Nobel per la Pace 2023 è stato assegnato a Narges Mohammadi, attivista iraniana, per «la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e la sua lotta per promuovere i diritti umani e la libertà per tutti». Narges Mohammadi è attualmente detenuta nel carcere di Evin, a Teheran, dove sta scontando una condanna a dieci anni per «diffusione di propaganda anti-statale». Chiedendone la liberazione affinché possa ritirare il premio, il comitato del Nobel ha ricordato che «il regime iraniano l’ha arrestata 13 volte, condannata cinque volte a un totale di 31 anni di carcere e 154 frustate» e ne ha ricordato la «coraggiosa lotta contro la pena di morte». Oltre alla perdita delle libertà e alle torture subite, Narges Mohammadi ha dovuto rinunciare anche agli affetti più cari: il marito e i suoi due figli vivono in esilio in Francia e non la vedono da otto anni. È la diciannovesima donna ad ottenere il riconoscimento, dal 1901. Quest’anno le candidature erano 305, un terzo delle quali organizzazioni. A differenza degli altri premi, assegnati a Stoccolma, in Svezia, il Nobel per la Pace viene assegnato a Oslo dal Comitato norvegese per il Nobel, composto da cinque membri scelti dal Parlamento norvegese.