Nonostante il tentativo di Brunetta di trovare una soluzione al lavoro povero

Neanche il tempo di avviare il confronto all’interno del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro che la questione salario scivola nuovamente in politica. Dal Partito democratico è infatti arrivato un attacco al presidente del Cnel, Renato Brunetta, accusato di seguire la linea del governo e, quindi, di prepararsi a bocciare ogni ipotesi di introdurre un salario minimo orario per legge. Nella realtà dei fatti, però, sulla prima parte del dossier, l’ex ministro della funzione pubblica non è intervenuto, lasciando che la commissione informazione, presieduta dal professor Michele Tiraboschi, analizzasse tutti gli elementi a disposizione. Ciò che ne è uscito fuori è, a detta dei rappresentanti al Cnel di Cisl e Ugl, un testo molto equilibrato che sarebbe stato approvato pure dalla Uil, se soltanto la Cgil non avesse votato contro. Peraltro, il voto contrario del sindacato di Landini è stato motivato più con ragioni politiche che sul merito. Nella giornata di ieri, subito dopo la fine dell’assemblea straordinaria, la commissione ha continuato a lavorare anche sulla seconda parte del dossier che dovrebbe essere pronto per venerdì e, al più tardi, per l’inizio della prossima settimana. Il punto forte dovrebbe essere quello della richiesta di un Piano strategico a sostegno della contrattazione collettiva con l’obiettivo di far crescere gli stipendi medi e mediani, oggi troppo bassi.