«Noi non parliamo di come distribuire le persone che entrano illegalmente in Europa, ma di come fermare l’immigrazione illegale»

«Siamo tutt’altro che isolati, in questa trattativa». Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, commentando l’intesa raggiunta ieri dagli ambasciatori degli Stati membri dell’Unione europea, riuniti nel Coreper, il Comitato dei rappresentanti permanenti, sul Patto sui migranti e sull’asilo. Il premier s’è detto «soddisfatto di un testo che va molto più incontro alle esigenze italiane». Dal testo infatti è stato tolto il riferimento alle organizzazioni non governative, un punto, quest’ultimo, che aveva impantanato le trattative. «Sono contenta del fatto che credo si sia dimostrato che siamo tutt’altro che isolati, in questa trattativa. Che, bene o male, la percezione e gli intenti dell’Europa sulla materia della migrazione stanno evolvendo verso una linea più pragmatica, di legalità, che vuole combattere i trafficanti, che vuole fermare l’immigrazione illegale e gestire l’immigrazione legale. Che è l’unico modo anche per dare alle persone una vita dignitosa», ha detto Meloni, intervenendo da Granada, a margine del summit della Comunità politica europea, dove, tra i tanti impegni, ha incontrato il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. Dall’insediamento a palazzo Chigi, il presidente del Consiglio ha lavorato molto per rivoluzionare l’approccio di Bruxelles al problema dei migranti, invitando l’Ue a concentrarsi sugli arrivi anziché sui ricollocamenti: «La proposta italiana non è quella di continuare a parlare di come distribuiamo persone che illegalmente entrano in Europa ma è fermare l’immigrazione illegale», ha ricordato oggi. Un obiettivo raggiunto dal premier. Che adesso non abbassa la guardia: «Si può fare sempre meglio però sicuramente sono soddisfatta della piega che ha preso ieri il dibattito sul patto di immigrazione e di asilo. Sulla dimensione esterna bisogna correre un po’ di più».