È la prima volta che avviene nella storia degli Usa

La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha votato “contro” lo speaker Kevin McCarthy, sfiduciandolo. La mozione era stata presentata dal deputato trumpiano della Florida, Matt Gaetz, nell’ambito delle trattative con la Casa Bianca per evitare lo shutdown. Nelle ore precedenti, infatti, Gaetz aveva accusato McCarthy di avere un «accordo collaterale segreto» con Biden sul sostegno militare all’Ucraina, quando in realtà l’incontro di repubblicani e democratici era avvenuto proprio alle spese di Kiev, con il congelamento dei finanziamenti richiesti dall’amministrazione Usa. La mozione di sfiducia è stata approvata con 216 sì e 210 no: appena otto repubblicani “ribelli” hanno votato insieme ai democratici per rimuovere lo speaker, segnale, forse, di alcune divergenze che si osserverebbero anche tra le file del Gop. Alcuni esponenti di spicco dell’ala vicina all’ex presidente – il quale, nel frattempo impegnato in questi giorni nel suo processo civile a New York, non si era espresso sulla vicenda – hanno votato a favore di McCarthy: Marjorie Taylor Greene e Lauren Boehbert, tra gli altri. La situazione crea uno stallo tutt’altro che indifferente, anche perché si tratta di una prima volta per la politica americana (è successo in altre due occasioni che sia stata presentata una mozione di sfiducia ai danni dello speaker, tuttavia respinta in entrambi i casi), che mai prima d’ora aveva dovuto fare i conti con qualcosa di simile. Al suo posto subentra Patrick McHenry della Carolina del Nord, ma il ruolo di quest’ultimo sarà ad interim, in pratica l’unico compito cui è chiamato sarà quello di presiedere l’elezione del nuovo speaker. Cosa che avverrà nei prossimi giorni.