In calo anche la propensione al risparmio

Nel secondo trimestre del 2023 l’stat ha registrato un calo del potere d’acquisto delle famiglie italiane, del reddito disponile e della propensione al risparmio, mentre risultano in crescita i consumi. Fattori che, da un lato potrebbero mettere a dura prova il bilancio familiare nel medio termine e, dall’altro, aumentare la vulnerabilità finanziaria delle famiglie in caso di imprevisti. In particolare, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici ha riportato una diminuzione dello 0,1% del rispetto al trimestre precedente. Tuttavia, in controtendenza, i consumi familiari sono cresciuti dello 0,2%. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici italiane è stata invece stimata al 6,3%, riportando un calo di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Per quanto riguarda invece il potere d’acquisto, la contrazione è stata dello 0,2% rispetto al primo Trieste, causata principalmente dall’elevata inflazione. Nel medesimo resoconto l’Istat si sofferma anche sui conti della pubblica amministrazione e delle società non finanziarie. Nel primo caso l’istituto nazionale di statistica segnala un accelerazione dell’indebitamento netto delle AP in rapporto al Pil al -5,4%, dal -5,2% dei tre mesi precedenti. Stabile al 42% la pressione fiscale. Per quanto riguarda le società non finanziarie, le rilevazioni mostrano un calo di 1,9 punti percentuali della quota di profitto delle società non finanziarie. Il tasso di investimento, stimato al 22,7%, è risultato stazionario rispetto al trimestre precedente.