Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha annunciato che l’esecutivo impugnerà la decisione del giudice

«Sono rimasta basita». Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha commentato la sentenza di Iolanda Apostolico, giudice del Tribunale di Catania, che ha accolto il ricorso degli avvocati di quattro migranti, sbarcati a metà settembre a Lampedusa (quattro tra i tantissimi ad aver raggiunto le coste italiane, nell’ultimo periodo). Secondo il premier, «con motivazioni incredibili («le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d’oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attività») rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto». «Non è la prima volta che accade», ha osservato Meloni, promettendo che il governo continuerà «a difendere i confini». Il caso potrebbe non consumarsi completamente nell’arco di 24 ore: il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha annunciato che l’esecutivo impugnerà la sentenza. «Ci sono le condizioni» per farlo, ha detto, osservando, a margine del Comitato per l’ordine e la sicurezza presieduto a Imperia, che «dalla lettura dell’atto siamo convinti che abbiamo ragioni da sostenere». Quella del premier non è stata la reazione isolata. Ce ne sono state diverse, in entrambi gli schieramenti (dal Partito democratico ne hanno approfittato per accusare addirittura il presidente del Consiglio di «alimentare lo scontro istituzionale», come detto dalla segretaria Elly Schlein). «Notizie sull’orientamento politico del giudice che non ha convalidato il fermo degli immigrati sono gravi ma non sorprendenti», ha osservato invece il leader della Lega, Matteo Salvini, commentando un’indiscrezione riportata dal quotidiano “Il Giornale”, secondo la quale nel 2018 la giudice avrebbe condiviso su Facebook una petizione che ne chiedeva «una mozione di sfiducia» da ministro dell’Interno. «La Lega chiederà conto del comportamento del giudice siciliano in Parlamento. I tribunali non possono essere trasformati in sedi della sinistra», ha quindi concluso Salvini, promettendo una riforma rapida della Giustizia.