Forti cali sia per gli ordini che per la produzione

Prosegue anche a settembre la fase di difficoltà del settore manifatturiero, con gli ordini e la produzione che, sebbene in rallentamento, hanno registrato nuovamente una forte contrazione. A confermare tale andamento l’indice PMI manifatturiero, che a settembre si è attestato a 46.8 punti dai 45.4 di agosto, crescendo su base mensile, rimanendo però in zona contrazione (quindi sotto la soglia dei 50 punti) per il sesto mese consecutivo. «Le aziende campione – spiega S&P Global – hanno attribuito il deterioramento della produzione e dei nuovi ordini al generale indebolimento delle condizioni della domanda del settore manifatturiero italiano. Allo stesso tempo, la domanda estera è rimasta contenuta, con i nuovi ordini esteri che sono diminuiti a settembre ad un tasso sostenuto». Ad appesantire la situazione anche il calo degli acquisti delle materie prime e dei semilavorati, legato al calo dei nuovi ordini in arrivo. Commentando i dati, Tariq Kamal Chaudhry, economista della Hamburg Commercial Bank ha sottolineato come «l’industria italiana sia bloccata in uno stato di profonda depressione con nessuna chiara via d’uscita». «L’unico risvolto positivo – ha spiegato – è stato l’aumento del livello occupazionale». Un fattore però, che «può essere osservato come risposta alla forte carenza di personale specializzato nel mondo del lavoro in Italia piuttosto che un presagio di ripresa». L’economista, infatti, ha spiegato che «i nuovi ordini, sia nazionali che esteri, stanno diminuendo, e anche le previsioni sulla produzione futura sono crollate ben al di sotto della loro media a lungo termine, lasciando presagire uno scenario pessimistico per le previsioni a breve termine del settore manifatturiero in Italia».