di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Come l’Ugl chiedeva da tempo, il termine per poter utilizzare lo smart working per i dipendenti fragili è stato posticipato al 31 dicembre anche per i lavoratori della Pubblica Amministrazione, equiparandoli così, come era giusto fare, a quelli del settore privato. La misura, sostenuta dal ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, è stata disposta dal Consiglio dei Ministri di ieri. «Stiamo cercando di trovare una soluzione a tutela dei dipendenti fragili della Pubblica amministrazione, salvaguardando la salute di persone con patologie plurime o sottoposte a terapie salvavita ed evitando discriminazioni con le lavoratrici e i lavoratori del settore privato» – così in una nota lo stesso Zangrillo – «Non ho mai avuto preclusioni ideologiche nei confronti dello smart working, che durante la pandemia ha garantito la continuità di moltissimi servizi e che ancora oggi rappresenta un’opportunità. Molte aziende stanno continuando a utilizzarlo, non vedo quindi perché la stessa cosa non possa e non debba valere per la Pubblica amministrazione, tanto più nei confronti di chi è esposto a gravi rischi non dovuti soltanto al Covid-19». È stata infatti la pandemia che, per cause di forza maggiore, ha dato il via all’utilizzo massiccio del lavoro agile nel nostro Paese, mentre prima questo strumento era riservato solo a pochi lavoratori. Ora, fortunatamente, quel momento è stato superato e non è più necessario trattenere tra le mura domestiche il maggior numero di cittadini possibili, lavoratori compresi, per evitare i contagi. È anche vero però che, tra i tanti lasciti negativi degli anni del Covid, a partire dalle decine di migliaia di vittime causate dal virus, in quel periodo così difficile della nostra storia recente abbiamo anche imparato cose nuove, di cui dovremmo fare tesoro. Una fra queste, appunto, l’utilità del lavoro agile, reso possibile dalle nuove tecnologie, che consentono a molti lavoratori di eseguire da remoto le stesse mansioni che normalmente svolgono nei luoghi di lavoro. Lo smartworking è un importante strumento di inclusione, che permette persino una maggiore produttività a chi, altrimenti, avrebbe difficoltà nel garantire la stessa mole di lavoro. I fragili, coloro che hanno, quindi, gravi patologie. Ma anche i genitori degli under-14, specie le lavoratrici madri, per le quali il lavoro agile ha rappresentato in questi anni un grande mezzo di conciliazione fra lavoro e vita privata. I caregiver, che si occupano di persone non autosufficienti, che necessiterebbero di un accesso privilegiato allo smartworking. In molti casi abbiamo denunciato i tanti lati oscuri della modernità e della digitalizzazione. Questo è, invece, un lato positivo, da utilizzare al meglio ai fini delle pari opportunità e dell’inclusione lavorativa e sociale.