Italia e Francia alla ricerca di un’intesa sui migranti. Ieri l’incontro tra il Premier Meloni ed il Presidente francese Macron

Un tema chiave, quello della gestione delle migrazioni ed in particolare di quelle provenienti dal Nord Africa, per i singoli Stati europei, ma anche per il futuro dell’Unione. Dopo le polemiche recenti, causate dal rafforzamento dei controlli sul confine italo-francese a seguito della massiccia ondata di arrivi a Lampedusa, sembra cambiato, forse anche grazie alla visita del Pontefice a Marsiglia, l’atteggiamento della Francia e del presidente Macron nell’affrontare il problema degli arrivi sulle coste italiane e della loro gestione, da parte non solo del nostro Paese, ma dell’Ue. Con l’inquilino dell’Eliseo intenzionato ad «aiutare gli sforzi italiani nella lotta all’immigrazione clandestina ». Ieri un vertice riservato con il Presidente del Consiglio Meloni, definito “cordiale”, un incontro quasi casuale e dovuto alla presenza di Macron a Roma per i funerali del Presidente emerito Napolitano. Il colloquio, durato un’ora e mezza, avrebbe portato a dei primi risultati, con un piano comune da presentare al prossimo vertice di Granada, in programma per il 6 ottobre, e poi al Consiglio europeo. Un progetto di investimenti in Africa e una collaborazione per intensificare e velocizzare i rimpatri sotto l’egida dell’Onu. Qualcosa di diverso rispetto alle intenzioni di Meloni ed al Piano Mattei, meno anche rispetto ai dieci punti della Presidente della Commissione Von der Leyen, ma comunque un passo avanti. Nella speranza di arrivare ad un’intesa a due, da estendere poi all’intera Unione. Un percorso ancora piuttosto accidentato. Anche perché, sul Dl migranti, che sarà oggetto del CdM di stasera, la posizione della Commissione europea sembra critica: «non commentiamo bozze, ma la detenzione è una misura da applicare solo in ultima istanza, quando non c’è nessuna alternativa». E nel frattempo restano tesi anche i rapporti con la Germania, specie dopo le dichiarazioni dell’esponente leghista Crippa. Più misurate le parole di Tajani, anche se non cambia il concetto di fondo: l’Italia, per il ministro degli Esteri «non può essere scelta da tutto il resto dell’Europa come luogo in cui portare tutti i migranti».