Kiev aveva confermato sua morte dopo attacco in Crimea

La guerra tra Russia e Ucraina si tinge di giallo. Soltanto ieri Kiev confermava la morte del comandante della Flotta russa nel Mar Nero, l’ammiraglio Viktor Sokolov, ucciso venerdì scorso durante un attacco in Crimea. Ma nelle ultime ore l’agenzia statale russa Ria Novosti ha diffuso un video di una riunione di alti ufficiali, che si sarebbe svolta per l’appunto oggi, in cui compare anche Sokolov. Nel filmato si vede l’ammiraglio, in collegamento, mentre ascolta un discorso del ministro della Difesa, Serghei Shoigu. In precedenza era stato il Cremlino, attraverso il portavoce Dmitri Peskov, a riferire di non avere informazioni sull’uccisione del comandante della flotta russa del Mar Nero. Ma al momento c’è dell’altro ad alimentare le tensioni tra Mosca e mondo occidentale nell’ambito del conflitto in Ucraina: la fornitura di armi e mezzi alle forze di Kiev, peraltro divenuto in alcuni casi motivo di divergenze politiche, come negli Stati Uniti e in Polonia. Alcune consegne erano state però già programmate, ad esempio i carri armati Abrams promessi da Washington. Secondo la ricostruzione del Washington Post, in Ucraina sono arrivati poco meno della metà dei 31 Abrams M1. Al riguardo il giornale americano cita un alto ufficiale militare ucraino rimasto anonimo. Il presidente Joe Biden si era impegnato a gennaio a inviare all’Ucraina 31 mezzi. Ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avrebbe confermato l’arrivo del primo lotto, ma funzionari militari statunitensi avrebbero chiarito che le consegne saranno graduali, ad ogni modo completate nelle prossime settimane. «I carri armati Abrams che gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina bruceranno come gli altri tank», la promessa del portavoce del Cremlino Peskov.