di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Il tema del caro prezzi resta al centro dell’agenda politica ed anche delle preoccupazioni del sindacato. Per un confronto su questo argomento, tanto importante e sentito dalla popolazione, venerdì scorso siamo stati convocati dal governo in vista della prossima manovra finanziaria, che pur preannunciandosi come una misura con risorse limitate, dovrà necessariamente occuparsi anche di questo problema. Sappiamo bene che il contesto nel quale si colloca la manovra è influenzato profondamente de politiche autonome – e un po’ avventate – della Bce, che ha determinato l’aumento dei tassi d’interesse che l’Italia paga per i buoni del tesoro emessi. Questo incide fortemente sulla capacità di spesa del Paese. Allo stesso tempo questa decisione della Banca Centrale ha provocato delle conseguenze per cittadini ed imprese alle prese con interessi più costosi sui prestiti. Consapevoli di questo scenario, abbiamo condiviso le nostre osservazioni e le nostre proposte per favorire il potere d’acquisto di lavoratori e pensionati indicando delle misure a nostro avviso da inserire nella manovra, perché si tratta, pur nella complessa situazione economica, di un elemento fondamentale, non solo per ragioni di equità sociale, ma anche per sostenere il sistema Italia, che subirebbe ripercussioni negative da una frenata dei consumi interni. Abbiamo chiesto al governo che comunque vengano mantenuti quei presidi, quelle possibilità, che consentono ai lavoratori di avere più risorse nelle buste paga. A cominciare dal taglio del cuneo fiscale, che scade a dicembre e che noi vorremmo che fosse stabilizzato almeno per tutto il 2024. Poi c’è da verificare che non si tagli la perequazione, attualmente in corso, delle pensioni e quindi che gli assegni possano essere rivalutati secondo i dati Istat. Inoltre bisogna anche attivare una capillare sorveglianza sull’aumento dei prezzi, che siamo convinti sia spesso frutto, più che di necessità di mercato, di pura e semplice di speculazione. Il governo ha fornito delle rassicurazioni in merito, e sul tema del sostegno a famiglie e imprese, il decreto energia va nella giusta direzione. Per quanto riguarda l’apporto del sindacato, l’auspicio che abbiamo espresso e che speriamo si concretizzi è quello relativo alla creazione di una vera e propria cabina di regia che coinvolga in modo strutturale le Parti Sociali e che si occupi di monitorare l’aumento dei prezzi, sia a livello nazionale che regionale. Il disegno è quello di procedere in ambito locale attraverso le prefetture, dalle quali verranno coinvolti esponenti del sindacato, delle imprese e del governo per cercare di verificare immediatamente l’eventuale presenza di aumenti non giustificati dei prezzi, per intervenire subito nei modi opportuni. Mantenere il la capacità di spesa degli italiani è fondamentale, per i cittadini e per l’intero sistema Paese.