L’Istituto oggi eroga, nel complesso, oltre 400 fra servizi e prestazioni a circa 42 milioni di utenti

La banca dati dell’Inps rappresenta un formidabile strumento di conoscenza del mondo del lavoro nel nostro Paese. Non solo, sempre dall’Istituto previdenziale passano larga parte delle politiche sociali nazionali, comprese quelle che formalmente fanno capo ai comuni. Ecco perché la presentazione del rapporto annuale (si è arrivati alla XXII edizione) assume sempre un particolare rilievo per tutti gli attori, dal governo al parlamento, passando per le parti sociali. La presentazione del rapporto è avvenuta presso la Camera dei deputati. Il rapporto, al solito, si presenta molto corposo, con quasi cinquecento pagine fra testo e tabelle. Sono cinque i capitoli, l’ultimo dei quali incentrato sui 125 anni di vita dell’Istituto. Non a caso si parla di tradizione, ma anche di innovazione. L’Inps, che aveva conosciuto una riforma importante negli anni ’20 del secolo scorso, soprattutto con il Covid-19 è stato costretto a rivedere in profondità larga parte delle procedure, accelerando sul versante della digitalizzazione. Un percorso lungo, iniziato sul finire del 1800 con l’istituzione della Cassa nazionale di previdenza per la vecchiaia e l’invalidità degli operai. Negli anni, l’Istituto ha assunto la doppia veste di soggetto che eroga la previdenza pubblica, ma anche di attore delle politiche più propriamente assistenziali, con, fra l’altro, tutta la gestione degli ammortizzatori sociali e delle diverse indennità in caso di disoccupazione involontaria. L’Inps oggi eroga oltre 400 servizi e prestazioni.