Il presidente del Consiglio, oggi a New York per un intervento all’Assemblea generale dell’Onu, ha ribadito che la soluzione alla crisi migratoria passa solo per il blocco delle partenze
«Non consentirò che l’Italia diventi il campo profughi d’Europa». Lo ha ribadito il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parlando da New York, a poche ore dal suo intervento – il premier prenderà la parola quando in Italia sarà notte –, all’Assemblea generale dell’Onu, l’Organizzazione delle Nazioni Unite. Si tratta di un esordio che avviene in una fase particolarmente delicata per l’Italia, investita dai flussi migratori provenienti dall’Africa del Nord. Gli arrivi, sempre più numerosi, hanno riacutizzato una crisi che il nostro Paese ha spesso affrontato nell’indifferenza dei partner europei, adesso chiamati a fare la loro parte. Serve un intervento dell’Unione europea per trovare una soluzione al problema. Che, questa la posizione in merito di Palazzo Chigi, non passa per i ricollocamenti: «Finché in Europa pretendiamo di discutere sulla distribuzione delle persone non ne verremo a capo: l’unico modo serio per risolvere la questione è lavorare insieme sulla difesa dei confini esterni», ha detto Meloni, osservando che la «Francia ha bloccato le frontiere, la Germania ha detto che non accetta ricollocamenti e l’Austria farà più controlli al Brennero. Ecco perché l’unica strada è quella di fermare le partenze illegali non di scaricare sugli altri il problema». Quello relativo ai migranti non è l’unico dossier sul tavolo del governo. Ce ne sono altri, altrettanto prioritari. Come il Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Dopo aver incassato il via libera del Consiglio europeo alla proposta di modifica di 10 dei 27 per lo sblocco della terza rata, il ministro per gli Affari europei e per il Pnrr, Raffaele Fitto, ha convocato per lunedì una cabina di regia. All’ordine del giorno la procedura di pagamento della terza rata, la verifica degli obiettivi e dei traguardi connessi alla quarta rata, la verifica del conseguimento degli obiettivi e dei traguardi connessi alla quinta rata. Saranno presenti il premier, «tutti i ministri, i rappresentanti di Regioni, Province e Comuni per discutere dello stato di avanzamento delle riforme e degli investimenti previsti dal Piano». All’indomani della cabina di regia, informa sempre Palazzo Chigi, se ne terrà un’altra con le parti sociali, associazioni di categoria e sindacati.