Dopo il braccio di ferro sui voli, Ryanair sotto la lente dell’Antitrust per abuso di posizione dominante

Alla base dell’indagine del Garante della concorrenza, diverse segnalazioni contro il vettore irlandese ricevute a partire dallo scorso maggio: la compagnia aerea utilizzerebbe la propria posizione dominante nell’ambito dei trasporti aerei per estendere il proprio potere commerciale anche in altri settori, come quello alberghiero e di noleggio auto, a svantaggio di altri operatori. Secondo quanto ipotizzato nel provvedimento dell’Antitrust, inoltre, Ryanair ostacolerebbe l’acquisto dei propri biglietti aerei da parte delle agenzie di viaggi, consentendolo non direttamente dal proprio sito, ma solo tramite la piattaforma GDS a condizioni peggiorative, sia dal punto di vista dei prezzi che della varietà delle offerte e dei servizi post-vendita. Per trasformarsi, di fatto, in un operatore commerciale dominante in tutto il settore del turismo, partendo dai biglietti come punto d’approccio privilegiato con il cliente, per poi offrire ulteriori servizi a danno della concorrenza. Una vicenda che segue il braccio di ferro tra la compagnia di Micheal O’Leary ed il governo italiano sul tema del collegamento aereo con le isole maggiori. La compagnia aerea aveva infatti minacciato di tagliare i voli invernali dell’8% e di aumentare il costo dei biglietti nel periodo meno turistico dell’anno, mettendo così però in difficoltà i residenti. Non era stato possibile da parte dell’Esecutivo imporre un tetto di prezzo ai biglietti stessi, come inizialmente si pensava di fare con il decreto Asset, ed il testo era stato successivamente modificato tramite un emendamento volto, appunto, a cancellare il divieto di «fissazione dinamica delle tariffe». Emendamento che, però, se ha consentito a Ryanair di mantenere flessibili i propri prezzi, ha anche rafforzato i poteri dell’Antitrust. Il braccio di ferro continua.