Esistono ancora margini di crescita, soprattutto nella componente femminile e giovanile

Non è soltanto una illusione statistica, come si potrebbe immaginare, ma un dato oggettivo, certificato dall’Inps che, a tal riguardo, rappresenta la fonte più attendibile. Il tasso di occupazione nel nostro Paese è ai massimi storici, al 61%. Siccome, però, il tasso di occupazione è dato dal rapporto fra gli occupati e la forza lavoro complessiva, che nel frattempo si è però ridotta per una serie di fattori demografici, torna utile andare a vedere i valori assoluti. Gli occupati con contratto di lavoro dipendente sono ormai stabilmente sopra i 17 milioni di unità, con punte di 17,6 milioni; in totale, si arriva a 23,5 milioni. Nel gennaio del 2016 erano, ad esempio, poco più di 15 milioni. Il riferimento temporale al 2016 è significativo, in quanto riferibile al primo anno di applicazione piena del Jobs act, avviato nel corso del 2015 con i decreti fra marzo e settembre. Il dato sugli occupati arriva qualche giorno prima della presentazione della nota di aggiornamento al Def che fa da preambolo alla legge di bilancio. I segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno già chiesto alla ministra Marina Calderone e alla premier Giorgia Meloni di fare il punto della situazione sulle possibili misure da adottare, tenendo conto che diversi organismi soprattutto internazionali hanno messo in preventivo un rallentamento del prodotto interno lordo che potrebbe avere ripercussioni sui livelli occupazionali.