di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

In questi giorni si sono susseguite notizie drammatiche sul fronte del lavoro: dopo l’incidente ferroviario di Brandizzo, costato cinque vite umane, l’esplosione nella fabbrica di Casalbordino, con la morte di tre operai. Ed oggi la notizia di altri decessi, un lavoratore nel porto di Salerno, un altro investito sulla pista dell’aeroporto di Bologna, un altro caduto dal tetto di un capannone nel napoletano. La situazione è insostenibile ed è necessario fare qualcosa in più per affrontare in modo efficace un fenomeno che in un Paese moderno resta inaccettabile. Tanti i messaggi sul tema della sicurezza sul lavoro da parte delle massime cariche istituzionali, dal Presidente della Repubblica Mattarella a quello del Senato La Russa, dopo questa serie di eventi. Una settimana nera per il mondo del lavoro, ma che, purtroppo, non si può considerare eccezionale, rappresentando, invece, solo la punta di un iceberg di tragedie quotidiane, dato che già solo nei primi sette mesi del 2023 le denunce di morti sul lavoro presentate all’Inail sono state 559. Con una situazione come questa, non si possono che sottoscrivere le parole del vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che, nel corso dell’informativa alla Camera sui fatti di Brandizzo, oltre a parlare della situazione relativa alla sicurezza nell’ambito delle Ferrovie, impegnandosi a chiarire ogni responsabilità, ha auspicato che la politica tutta «sul tema della sicurezza del lavoro si unisca e metta a disposizione delle istituzioni tutte quello che potrà essere fatto per evitare tragedie come questa». Un buon segnale in questo senso è arrivato ieri dal Senato, che ha dato un via libera unanime, con 139 voti favorevoli, nessun contrario e nessun astenuto, alla mozione per la sicurezza sui luoghi di lavoro che chiede al governo un impegno in 10 punti, per potenziare tutti gli organi di controllo, per inserire la manutenzione ferroviaria nella categoria dei lavori usuranti, per indagare sul nesso fra subappalti e livelli di sicurezza, per puntare sulla formazione, anche a partire dal mondo dell’istruzione, con l’obiettivo di contrastare la «serie sanguinosa di decessi e infortuni che si verificano con cadenza giornaliera in danno dei lavoratori sul territorio nazionale». Così come è positiva l’assunzione di 800 nuovi ispettori del lavoro, che hanno iniziato il proprio percorso formativo un paio di giorni fa, per poi diventare operativi sul campo. Su un tema come quello della sicurezza sul lavoro non possono esserci visioni ideologiche o faziose, ma serve collaborazione, nel mondo politico e fra le Parti Sociali. Tutti, datori di lavoro in primis, devono fare la propria parte applicando le regole e trovandone di nuove, se necessario, per interrompere, una volta per tutte, questa strage continua, per far fare un salto di qualità al nostro sistema produttivo nel segno della sicurezza. Non c’è tempo da perdere.