Il terzo trimestre dovrebbe chiudersi con una crescita del Prodotto Interno Lordo di appena un decimo di punto su base mensile e con un +0,2% su base annua, di conseguenza non sarà possibile raggiungere una crescita di almeno l’1% a fine 2023. È quanto stima l’ufficio studi della Confcommercio, che per la fine dell’anno avanza una previsione di crescita dello 0,8%, contro il +1,2% della stima precedente. «Il rallentamento in atto maggior parte dei Paesi europei – si legge nell’analisi dell’associazione di categoria – ha ormai coinvolto anche l’economia italiana, che aveva reagito meglio di altre ai danni causati dalla pandemia. Dopo un secondo trimestre 2023 negativo, infatti, anche le dinamiche dei mesi estivi sono state molto deboli». Nel 2024, invece, secondo il direttore dell’ufficio studi, Mariano di Bella, «si proseguirebbe con variazioni congiunturali trimestrali attorno a 0,3-0,4, il profilo attuale è ai limiti della recessione tecnica, ma niente di drammatico sotto il profilo sostanziale». Per quanto riguarda i singoli indicatori, la Confcommercio segnala ad agosto un calo dell’Indicatore di Consumi dello 0,2% su base annua, riflettendo la contrazione registrata per la domanda di beni, pari ad un -1,1%, solo in parte compensata dal +1,3% che ha interessato i servizi. Previsto un ulteriore rallentamento per l’inflazione, che a settembre dovrebbe riportare una variazione nulla rispetto al mese precedente e un +5,3% rispetto al settembre del 2022. Commentando i dati, il presidente Carlo Sangalli ha ricordato che «l’economia italiana quest’anno è cresciuta più di altri Paesi europei, ma oggi preoccupa il suo rallentamento».