Il Cremlino conferma la visita di Kim Jong-un

Ancora una notte di attacchi russi in Ucraina, mentre sul fronte diplomatico si avvertono gli strascichi del caso innescato in chiusura del G20 in India. Kiev non ha apprezzato la dichiarazione finale che, pur criticando l’uso della forza contro l’integrità territoriale degli Stati, di fatto ha evitato di menzionare proprio la guerra di Mosca in Ucraina (mossa non a caso elogiata dal ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov). Se l’Ucraina ha affermato che «non c’è nulla di cui essere fieri», diversi leader hanno sottolineato l’opportunità del compromesso, trattandosi comunque di un passo in avanti rispetto alle precedenti edizioni. Del resto la cornice indiana del G20 ha rappresentato diverse sensibilità, alcune delle quali finora non avevano mai preso una posizione netta di condanna nei confronti della Russia. In questo senso hanno fatto rumore anche le parole del presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, che ha fatto sapere che Vladimir Putin non verrà arrestato in caso di una sua partecipazione al G20 di Rio de Janeiro il prossimo anno (sul presidente russo pende un mandato di cattura della Corte penale internazionale). E gli attuali equilibrismi diplomatici includono senza dubbio anche molti paesi dell’Unione africana, nuovo membro permanente del G20, che a luglio era stata “ospite” di Putin al summit di San Pietroburgo (schierandosi contro la guerra, ma dicendosi anche pronta alla collaborazione con la Federazione russa). Sullo sfondo rimane in ballo l’accordo sul grano, di cui l’Unione africana è attenta osservatrice, come peraltro suggerito dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan: «Nessun processo che emargini la Russia sull’iniziativa del grano del Mar Nero sarà praticabile». Negli equilibrismi diplomatici, lato Mosca, il Cremlino ha confermato l’incontro di Putin con il leader nordcoreano Kim Jong-un nei prossimi giorni, circostanza invisa agli Stati Uniti.