Nessun allarme evidente, ma si guarda con attenzione ai lavoratori più fragili

Negli ultimi giorni, si è riacceso il dibattito intorno al Covid-19. L’Italia, stando alle statistiche ufficiali, è fra i Paesi maggiormente colpiti in questa fase, con una impennata dei tamponi positivi. Come evidenziato dall’Istituto superiore di sanità, potrebbe però esserci un effetto distorsivo, dovuto ad una maggiore propensione nazionale ad effettuare degli approfondimenti in caso di malessere. Contemporaneamente, si è tornato a parlare anche di smart working, con specifico riferimento alle categorie più fragili. La questione, è opportuno ricordare, si pone soltanto in parte, in quanto sarebbe comunque possibile il ricorso al lavoro agile nella sua procedura ordinaria, con gli accordi individuali, legati spesso, ma non sempre, a dei protocolli aziendali sottoscritti dalle federazioni di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl in tanti settori e alla definizione dei Piao nella pubblica amministrazione. L’attuale disciplina agevolata resta in vigore fino al 30 settembre (31 dicembre per i soli genitori di figli minori di 14 anni), ma i ministri maggiormente coinvolti, Marina Calderone al lavoro e Paolo Zangrillo alla pubblica amministrazione, hanno già fatto sapere che stanno monitorando con attenzione l’evolversi della situazione, peraltro in stretto contatto con i titolari dell’istruzione (Giuseppe Valditara) e della salute (Orazio Schillaci). La discussione è quindi aperta.