Costituito il nuovo Osservatorio con la presenza dei rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl

Negli anni, è aumentata la consapevolezza dei cittadini e delle istituzioni sul tema. Grazie all’impegno anche della nostra Organizzazione, sono state introdotte norme per favorire una inclusione attiva che passa dalla valorizzazione delle competenze e delle capacità delle singole persone

La condizione delle persone con disabilità nel nostro Paese è sicuramente migliorata nel corso di questi anni, anche se il percorso rimane ancora lungo e complesso. Tali risultati sono arrivati grazie ad un insieme di fattori che hanno contributo ad alimentare una maggiore cultura dell’inclusione. Si pensi, ad esempio, alla legge 104/1992 che ha introdotto importanti novità, guardando alle diverse fasi della vita della persona con disabilità e al nucleo familiare di appartenenza. Purtroppo, se un errore è stato fatto, è sicuramente quello di avere concentrato l’attenzione quasi esclusivamente sui permessi retribuiti riconosciuti dalla normativa, piuttosto che su tutti gli altri capitoli. Anche la legge quadro 328/2000 ha dato il suo apporto, pure se con alterne vicende. Questo secondo provvedimento è quello che ha realizzato un sistema integrato di interventi e servizi sociali, definendo, fra le altre cose, gli ambiti territoriali e provando a creare una maggiore interazione fra gli enti locali e le Asl. La norma ha, però, avuto uno sviluppo differenziato sul territorio, andando ad aggiungere un ulteriore elemento di distanza fra le aree del Paese. In un tale scenario, si è inserito successivamente l’Osservatorio nazionale sulle condizioni della persona con disabilità. La nostra Organizzazione sindacale, da sempre presente nell’organismo, in questi anni, ha dato un enorme contributo in termini di proposta, analisi e studio del fenomeno della disabilità nella società e, più nello specifico, nel mondo del lavoro. Grazie all’impegno di Giovanni Scacciavillani, ciò che prima sembrava qualcosa di irraggiungibile, piano piano è diventato realtà. Certo il percorso è ancora lungo, ma si può fare.

di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl