L’Editoriale di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Dal confronto tra i partiti di maggioranza e la premier Giorgia Meloni, assieme ai vice Antonio Tajani e Matteo Salvini, sono emersi i temi chiave della futura legge di bilancio. Per il documento, che entrerà nel vivo nelle prossime settimane, a partire dal 27 settembre con la stesura della nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, saranno importanti anche i dati economici che stanno per arrivare e dai quali partire per il varo di misure molto attese. Soprattutto da coloro che, dal ceto medio in giù, stanno sopportando il peso di crisi simultanee, dalla pandemia alla guerra in Ucraina, passando per l’impennata dell’inflazione, che, pur in discesa, si abbatte sui consumi, sulle tariffe e anche sul costo del denaro, usato come strumento per contrastarla, quindi su mutui e prestiti.
I temi chiave emersi dal vertice di maggioranza sono priorità a salari, pensioni e a partire da quelle dei giovani, – e dal nostro punto di vista è altrettanto importante ampliare la platea dei lavori usuranti, gravosi e faticosi, anche in un’ottica di riduzione degli infortuni sul lavoro -, sanità e famiglie. Tutti temi condivisibili. C’è, però, una misura chiave che, più di altre, va considerata strategica, perché utile ad agire simultaneamente su più fronti ed è il taglio del cuneo fiscale, che deve diventare strutturale a partire proprio dalla futura legge di bilancio.
Urgono misure volte a sostenere le spese delle famiglie in questa congiuntura inflazionistica particolarmente complessa. Sono necessari interventi diretti a calmierare gli aumenti dei beni di prima necessità al fine di supportare i redditi più bassi. Ecco perché auspichiamo la proroga strutturale del taglio del cuneo fiscale sul lavoro e una riduzione della tassazione che consenta di immettere liquidità nell’economia reale a tutela del tessuto produttivo del Paese. In questa fase, la principale emergenza da affrontare è il caro vita e, pertanto, occorre salvaguardare il potere d’acquisto delle retribuzioni per scongiurare una possibile contrazione dei consumi e favorire la crescita.
Altro tema da affrontare con urgenza, partendo dagli ultimi dati Istat relativi al mese di luglio 2023, è quello dell’occupazione. Sebbene il numero degli occupati sia rimasto superiore di 362mila unità a quello di luglio 2022, si è verificato in estate il primo calo (pari al -0,3% corrispondente a -73mila unità) dopo sette mesi di crescita. Ciò deve indurre il governo ad agire con urgenza e, insieme a misure a supporto della formazione e del reinserimento dei lavoratori, la contestuale riforma dei centri per l’impiego e gli investimenti nelle politiche attive del lavoro, proseguire con misure coraggiose, a partire dalla riduzione del costo del lavoro. Di nuovo, attraverso la riduzione del cuneo fiscale, rendendola strutturale, al fine di incoraggiare le assunzioni e facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.