L’intervento del vicepremier e ministro a Rtl 102.5. Oggi il vertice di maggioranza a Palazzo Chigi

«Saremo unanimi, concordi, seri e concreti. Abbiamo davanti quattro anni abbondanti e porteremo avanti gli impegni presi. L’obiettivo comune è mettere i soldi che ci sono, pochi o tanti lo vedremo, per l’aumento di stipendi e pensioni». Ad affermarlo è il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, intervenendo a Rtl 102.5. Una rassicurazione importante perché intanto allontana le voci di possibili attriti nella maggioranza sulla legge di bilancio che si sono susseguite negli ultimi giorni, oltretutto nel giorno del vertice a Palazzo Chigi – in programma nel tardo pomeriggio di oggi, a partire dalle 18.30 – con i capigruppo per definire i contorni della manovra. E in secondo luogo perché viene confermato un punto dirimente, vale a dire «la conferma del taglio del cuneo fiscale in totale sintonia con Giorgia Meloni e tutta la maggioranza, non ci sarà alcuna sbavatura». Salvini ha parlato anche del cosiddetto decreto Caivano che sarà in Consiglio dei ministri domani e di cui alcuni giornali hanno riferito i primi contenuti della bozza. «Conto che in Consiglio dei ministri – ha detto il ministro – ci sia un un provvedimento a proposito di baby gang e delinquenza minorile, che aumenta i controlli e le sanzioni. Abbassare l’età per essere imputabili è utile perché il 14enne che gira con un coltello o con una pistola, è capace di intendere e volere e se sbaglia, se uccide, se rapina, se spaccia deve pagare come paga un 50enne». Quanto all’incidente ferroviario di Brandizzo, ha inoltre aggiunto Salvini, «quello che posso garantire è che chi ha sbagliato pagherà se verrà confermato quello che sta emergendo dalle telecamere, è chiaro che quello che avete sentito è al di fuori di ogni logica e di ogni regola e chiederò all’azienda competente di prendere provvedimenti». Infine, il capitolo elezioni europee, su cui il leader della Lega ha ribadito la propria contrarietà all’ipotesi di riduzione della soglia di sbarramento al 3%: «La legge è questa e non cambia. Si voterà il prossimo giugno e non è serio cambiare la legge elettorale per le europee un anno prima delle elezioni. L’ultima delle preoccupazioni mie, della Lega e del governo, è cambiarla per fare più confusione. Quella è e quella rimane».