Il Supporto per la formazione e il lavoro

Il 1° settembre segna la data di partenza del Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl), lo strumento che sostituisce, insieme all’Assegno di inclusione, il Reddito di cittadinanza che era stato introdotto con il decreto-legge 4/2019. Le norme di riferimento per il Supporto per la formazione e il lavoro sono la legge di bilancio per il 2023 e l’articolo 12 del decreto-legge 48/2023, il provvedimento varato dal governo Meloni nel corso del Consiglio dei ministri del 1° maggio. Pur guardando alla medesima platea, il Reddito di cittadinanza e i nuovi strumenti introdotti dall’esecutivo di centro-destra seguono una logica diversa. Nel primo caso, infatti, si mettono insieme fragilità (economiche, fisiche, sociali) diverse per arrivare ad un risultato unico; nell’altro, si distinguono le fragilità per arrivare a percorsi differenziati, provando così a superare il grande limite che si è riscontrato negli scorsi anni della difficoltà di fare incontrare i beneficiari del sussidio con le imprese alla ricerca di personale. Il Supporto per la formazione e il lavoro si presenta, quindi, come una misura di attivazione centrata sulla partecipazione a progetti formativi, di qualificazione e riqualificazione professionale. Il Reddito di cittadinanza prevedeva già un obbligo di attivazione del percettore immediatamente occupabile, ma ciò, per ragioni diverse e ritardi storici, non è avvenuto, se non in contesti molto marginali, nonostante la previsione della sospensione o della revoca del beneficio stesso.