Si apre la discussione su come investire le risorse Inps non utilizzate finora

Il rischio era stato evidenziato dalla Ugl in tempi non sospetti: l’assegno unico e universale rischiava di non raggiungere tutta la platea delle famiglie potenzialmente interessate. Gli ultimi dati disponibili, evidenziati dalla stessa ministra Eugenia Roccella, confermano questa preoccupazione. Dei 18,6 miliardi stanziati, quelli effettivamente spesi potrebbero essere 16,6 miliardi, quindi due miliardi in meno rispetto alle previsioni iniziali. La causa di ciò va ricercata in fattori diversi, compreso il calo della natalità che, però, da solo, non giustifica questa performance così sottotono. Molto potrebbe aver inciso il meccanismo stesso che è alla base dell’assegno unico e universale per i figli a carico di età inferiore a 21 anni o senza limiti di età nel caso di disabilità. L’assegno unico mette insieme due strumenti prima distinti, vale a dire le detrazioni per i figli a carico e gli assegni familiari, che erano guidati da una logica differente. Le detrazioni erano infatti di legge, mentre gli assegni familiari erano dietro richiesta all’Inps. Ora l’assegno unico prevede la presentazione di una domanda, tranne che in alcuni casi, come per i percettori del reddito di cittadinanza, per i quali è riconosciuto in automatico. Al netto di questa considerazione, resta da capire come il governo intende impiegare le risorse risparmiate che, come detto, ammontano a due miliardi di euro.