La Commissione europea si dice «molto preoccupata per l’aumento degli arrivi». Ieri botta e risposta tra Meloni e Schlein
Quello relativo ai flussi migratori rimane sempre un tema di stretta, strettissima, attualità. Oggi Bruxelles ha espresso preoccupazione in merito, ad esempio: «La Commissione europea è consapevole e continua ad essere molto preoccupata per l’aumento degli arrivi nel Mediterraneo centrale e in particolare in Italia», ha detto un portavoce della Commissione, assicurando che Bruxelles «è consapevole della pressione sul sistema di accoglienza in Italia, l’ha sostenuta nell’affrontare le sfide migratorie ed è pronta a farlo ancora». I dati, raccolti dal ministero dell’Interno che pubblica quotidianamente un cruscotto statistico, giustificano la preoccupazione espressa dalle autorità europee: dal 1° gennaio al 24 agosto hanno raggiunto le coste italiane 106.023 migranti, oltre il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando sono stati 52.558, e molti di più rispetto al 2021, un dato, quest’ultimo, influenzato parzialmente dall’emergenza pandemica che rendeva più complicati i movimenti per tutti, inclusi i migranti (37.169). Sui migranti, proprio nelle scorse ore, s’è consumato l’ultimo scontro politico tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein. «Reato di solidarietà? Facciamo applicare leggi e principi che esistono da sempre in ogni Stato: non è consentito agevolare l’immigrazione illegale e favorire, direttamente o indirettamente, la tratta di esseri umani. Solidarietà è fermare i viaggi della speranza e le morti in mare. Perché contribuire ad arricchire chi organizza la tratta degli esseri umani non ha nulla a che fare con le parole solidarietà e umanità», ha scritto sulle piattaforme social il premier, replicando a Schlein. Che, poco prima, commentando i casi relativi ad Open Arms e alla Sea-Eye, aveva accusato in una nota il governo di aver introdotto «il reato di solidarietà»: «Ricevere una multa e un fermo amministrativo per aver salvato più vite umane di quelle “autorizzate”: il decreto del governo Meloni costituisce il reato di solidarietà», aveva sostenuto la leader del Pd.