Il governo cerca le risorse necessarie per dare seguito alle misure già adottate

A poco meno di un mese di distanza dalla scadenza per la presentazione della nota di aggiornamento del Documento di economia e finanzia, la cosiddetta Nadef, dalla quale emergerà con maggiore chiarezza l’ammontare delle risorse disponibili, si continuano a rincorrere le voci sui contenuti della prossima legge di bilancio. Al netto dei desiderata dei singoli ministri, su di un punto il governo, a partire dai vice Matteo Salvini e Antonio Tajani, è sicuramente molto compatto: il rafforzamento del potere d’acquisto degli stipendi passa dal taglio del cuneo fiscale e contributivo. Dopo aver ereditato la riduzione del carico contributivo per la componente in capo al lavoratore dipendente fissata da Mario Draghi, la premier Giorgia Meloni ha voluto stanziare ulteriori risorse con il decreto-legge del Primo Maggio, con la promessa che avrebbe fatto di tutto per rendere stabile tale taglio. Facendo due conti, potrebbero occorrere fra i 10 e i 12 miliardi di euro, se si volesse confermare l’intervento nelle attuali dimensioni, vale a dire del 7 percento per i redditi fino a 25mila euro e del 6 percento per i redditi da 25mila a 35mila euro. Il taglio del cuneo contributivo è stato molto apprezzato soprattutto dai leader di Cisl e Ugl, Luigi Sbarra e Paolo Capone, mentre dai segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, erano arrivati dei distinguo.