In corso in Sudafrica, a Johannesburg, il vertice Brics per un “multilateralismo inclusivo”. Sudafrica, Brasile, India e soprattutto Cina e Russia. Le potenze che sfidano il dominio occidentale

Oggi il giorno clou di un vertice iniziato ieri, quando al Business Forum di apertura dell’evento è intervenuto anche Vladimir Putin, anche se solo in videoconferenza, dato il mandato di arresto internazionale contro il leader russo emesso dalla Corte penale internazionale e riconosciuto anche dal Sudafrica. Assente a sorpresa il presidente cinese Xi Jinping, sostituito dal ministro del commercio, Wang Wentao. Un incontro importante, sia dal punto di vista economico che politico, dato il fatto che i cinque rappresentano un Pil complessivo pari a circa il 26% di quello mondiale e data anche la guerra ancora in corso fra Russia e Ucraina. Una guerra che vede le altre quattro potenze presenti non apertamente schierate in favore di Mosca, ma senz’altro neanche parte del fronte occidentale, contestato dai Brics, che invece vorrebbero costruire un nuovo ordine mondiale fondato, come indica lo slogan del vertice in corso, su un “multilateralismo inclusivo”. Al centro dell’incontro, fra gli altri argomenti, lo sviluppo dell’Africa, la questione dell’esportazione di grano, strettamente legata alla guerra in Ucraina, per risolvere la quale gli Stati Brics si sono fatti promotori di proposte di negoziato. Particolarmente significativa la volontà di esautorare il ruolo del dollaro come moneta internazionale, considerando che nel 2022 solo il 28,7% degli scambi commerciali fra i Paesi Brics è avvenuto in valuta americana. E poi le proposte del presidente brasiliano Lula da Silva, di rafforzare la Nuova banca di sviluppo (Nbs) dei Brics come alternativa al Fondo monetario internazionale per garantire prestiti ai Paesi emergenti e di creare una moneta comune per gli scambi commerciali, oltre che di estendere il consesso anche all’Argentina e puntare su una riforma del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. La sfida al G7 è lanciata.