In tutta l’isola è stato dichiarato lo stato d’emergenza e sono sconsigliati i viaggi

Drammatico il bilancio delle vittime, almeno 55, migliaia i feriti, 35mila gli sfollati, quasi 1.800 edifici distrutti, l’80% della storica città di Lahaina, nell’isola di Maui, nell’arcipelago hawaiano, 50° stato degli Usa. Una situazione devastante a seguito degli incendi che hanno colpito l’isola, alimentati dai venti dell’uragano Dora, e che hanno portato il presidente statunitense Biden a dichiarare lo stato di disastro naturale per l’arcipelago, un provvedimento che comporta l’invio di aiuti federali per gestire l’emergenza, per quella che è definita la peggior tragedia che ha colpito le Hawaii dall’attacco di Pearl Harbour, nel 1941, durante la Seconda Guerra Mondiale. La popolare meta turistica «come se fosse stata colpita da una bomba», così il governatore delle Hawaii, Josh Green, mentre i villeggianti che affollavano le spiagge e gli hotel di Maui ora cercano di tornare a casa e già decine di migliaia di turisti sono stati evacuati. Le autorità locali stanno cercando di spegnere gli incendi, che sono stati in gran parte domati, ma i vigili del fuoco ancora sono al lavoro per cercare di estinguere le fiamme attive nelle aree di Lahaina e Pulehu e la polizia ha annunciato che il numero delle vittime potrebbe ulteriormente salire. Il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha inviato un messaggio sui social di solidarietà: «L’Italia è vicina agli Usa per gli incendi che stanno devastando le Hawaii e la loro natura incontaminata. Sono almeno 36 i morti. Gli italiani sull’arcipelago sono circa 60 e li stiamo rintracciando. Le autorità statunitensi ci hanno confermato che tra le vittime non ci sono connazionali».