Ma non sarebbe stata provocata da attacco con droni

L’esplosione avvenuta questa mattina in un deposito di fuochi d’artificio all’interno dell’impianto ottico-meccanico di Zagorsk, nella cittadina di Sergiev Posad alle porte di Mosca, che ha causato decine di feriti, sarebbe stata provocata da un «fattore umano», come ha poi riferito il servizio di emergenza, anche se dapprima alcuni media russi avevano sostenuto la possibilità di un attacco con droni (inoltre il sindaco di Mosca aveva annunciato l’abbattimento nella notte di due droni diretti verso la capitale). Intanto, rispetto al conflitto in Ucraina, dove proseguono i raid russi, crescono le tensioni con la Polonia. Fonti ministeriali di Varsavia hanno reso noto che verranno dispiegate duemila truppe aggiuntive al confine con la Bielorussia. Il ministro Sergei Shoigu, in una riunione del consiglio del dipartimento della Difesa di Mosca, ha inoltre affermato che Varsavia sta progettando una formazione regolare polacco-ucraina per l’occupazione dell’Ucraina occidentale. Shoigu, secondo Ria Novosti, avrebbe dunque definito la Polonia come «lo strumento principale della politica anti-russa degli Stati Uniti». Una situazione che di per sé potrebbe avere ripercussioni gravi sulla guerra. «La disponibilità dell’Occidente a investire in Ucraina una parte significativa delle sue risorse disponibili per ribaltare la situazione sul campo di battaglia crea seri rischi di un’ulteriore escalation del conflitto», ha affermato Shoigu, stavolta ripreso dalla Tass. Nelle ultime ore «l’esercito russo ha attaccato il distretto di Zaporizhzhia», ma «fortunatamente, non ci sono state vittime»: a comunicarlo è stato Yuriy Malashko, capo dell’amministrazione militare regionale, citato da Ukrinform. L’area rimane sempre un punto di massima allerta a causa della presenza della centrale nucleare più grande d’Europa.