Le regole e le sue eccezioni

Le differenze tra pensiero umano e IA sono ben evidenziate nei saggi di Alessio Ancillai (“Naturalmente l’arte vien da dentro”) e Luca Guiducci (“Musica artificiale”), che si chiedono se l’intelligenza artificiale sia in grado di produrre arte. Qui i due sistemi di pensiero divergono radicalmente. Il computer, nell’eseguire la sua opera, segue le regole. L’artista umano, invece, cerca di infrangerle, aspirando ad una produzione originale, mai vista prima. Luca Guiducci ci riporta inoltre allo stretto legame esistente nell’uomo tra pensiero e corpo, ricordandoci come la musica «sia sempre figlia di un contesto culturale, di un corpo che ha una storia personale». Se per l’uomo la musica rappresenta una modalità per esprimere il senso pieno di una vita, per l’intelligenza artificiale essa costituisce una mera successione di cifre sonore. L’intelligenza artificiale, di fronte alla musica, sarebbe dunque «come un lettore che legge una poesia senza comprenderne il senso». Queste riflessioni celano un aspetto di particolare interesse per il mondo del lavoro. Lo stesso Guiducci evidenzia come l’algoritmo non sia in grado di produrre musica autonomamente. Senza l’intervento umano, le sue soluzioni compositive apparirebbero “scriteriate”. Ecco, dunque, che la collaborazione tra uomo e macchina è una via obbligata. Non vi può essere sostituzione, poiché «l’IA ha bisogno di una mole immensa di lavoro umano, lavoro che è occultato dall’ideologia luccicante delle macchine che sostituiscono gli uomini».