Squadre professioniste con un disavanzo di 1,4 miliardi di euro e Gravina vuole mettere sotto controllo i costi

ReportCalcio, il rapporto annuale sul calcio italiano e internazionale, sviluppato dal Centro Studi Figc, in collaborazione con Arel, evidenzia il potenziale straordinario del calcio, che in un anno ha visto crescere i tesserati, ovvero i praticanti di questo sport, di quasi 210mila tra giocatori e giocatrici, con un ritorno ai livelli pre-Covid. Secondo il report, il calcio ha un impatto socio-economico a beneficio del Sistema Paese stimabile oltre i 4,5 miliardi di euro. Emerge però anche un disavanzo da parte dei club professionistici che nella stagione 2021-2022 è salito a 1,4 miliardi. Analizzando i dati, sostiene Gravina, è evidente «la necessità di riportare in equilibrio il sistema, mettendo sotto controllo i costi e destinando risorse per gli investimenti nei vivai e nelle infrastrutture. Stando ai dati del report I tesserati della Federcalcio nel 2021-2022 ammontano a quasi 1,4 milioni. La crescita più significativa si è registrata nel settore giovanile, con 807.807 Under 20, +36% rispetto all’anno prima. Questo mondo costituisce un sempre più rilevante settore industriale del Paese; i ricavi diretti totali ammontano a 5 miliardi; considerando anche l’impatto indiretto e indotto prodotto sui 12 settori merceologici coinvolti nella catena di attivazione di valore del calcio, l’impatto sul Pil è stimabile in oltre 11,1 miliardi, con quasi 126.000 posti di lavoro attivati, mentre la contribuzione fiscale e previdenziale del calcio di vertice (Serie A, B e C) nel 2020 ha superato gli 1,3 miliardi. Ovviamente però non è oro tutto ciò che luccica e c’è anche il rovescio della medaglia, che è costituito dalla perdita prodotta dal calcio professionistico nelle ultime tre stagioni, che si avvicina ai 3,6 miliardi. Il costo degli stipendi pesa sui conti che nell’ultima stagione sfiora l’84% dei ricavi. Rispetto ad altre leghe europee, quelle italiane, presentano peggiori parametri economico-finanziari, una maggiore dipendenza dai ricavi televisivi, minori misure a sostegno dei giovani e minori investimenti infrastrutturali, questo evidenzia ancor di più la necessità di realizzare una nuova generazione di stadi.