Entro fine 2023 170 mila assunzioni nelle Pa. Zangrillo: «Confido sulla possibilità di rispettare l’impegno che ci siamo assunti»

Poco prima dell’approvazione del dl Pa bis, Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica Amministrazione, ospite ad Agorà Estate su Rai3, ha spiegato la portata del provvedimento approvato dall’aula del Senato con 101 voti favorevoli, 68 contrari e un astenuto alla questione di fiducia posta dal Governo. Ecco, in sintesi, cosa prevede il dl: da una nuova categoria di lavoratori che potrà fare ingresso in Italia al di fuori delle quote previste dal decreto Flussi, a una serie di assunzioni che riguardano ministeri come quello del Lavoro, della Cultura, dell’Interno e dell’Economia; dalle modifiche (entrambe al centro di forti critiche da parte delle opposizioni) che si occupano di Assoprevidenza e dell’organizzazione del Centro sperimentale di cinematografia (Csc), alla previsione di una cabina di regia al Mef sulla dismissione del patrimonio immobiliare. Nel giro di pochi giorni sono stati presentati numerosi emendamenti al testo sia da parte del Governo che da parte dei relatori. Una proposta depositata dallo stesso Esecutivo sul Mic è stata ritirata dopo accese proteste delle opposizioni. Negli anni dell’austerity, con il blocco delle assunzioni, ha spiegato Zangrillo, «abbiamo perso 300 mila persone tra il 2010 e il 2020 e abbiamo raggiunto un’età media molto alta, passata da 43 anni nel 2010 a 50 anni nel 2020. Abbiamo lanciato dal 1° gennaio un portale, che gestisce tutto il processo di reclutamento e le procedure concorsuali della P.A., con un obiettivo: l’inserimento di 170 mila persone entro la fine del 2023, tra amministrazioni centrali ed enti territoriali, ad oggi stiamo a 105 mila assunzioni. Confido sulla possibilità di rispettare l’impegno che ci siamo assunti».