Rallenta l’indice PMI. Dopo aver trainato l’economia, l’attività si sta indebolendo
Se negli ultimi mesi i servizi hanno trainato l’economia italiana, recentemente gli stessi hanno riportato segnali di indebolimento. Secondo le ultime rilevazioni di S&P Global, infatti, l’attività a luglio ha registrato un nuovo aumento, ma la crescita si è attenuata fino a raggiungere il minimo in sei mesi a causa di una generale stagnazione delle vendite. L’indice HCOB PMI si è attestato a 51.5 punti dai 52.2 di giugno, mantenendosi in fase di espansione (sopra i 50 punti) per il settimo mese consecutivo, ma riportando la crescita più modesta da gennaio. «Le aziende – si legge nell’analisi – hanno segnalato che il turismo è stato un punto di forza per le nuove attività, ma l’inflazione elevata e l’aumento dei tassi di interesse hanno avuto un impatto negativo sulla spesa discrezionale». Per quanto riguarda le prospettive, prosegue la fase di ottimismo, trainata dal rilascio programmato di nuovi servizi e dalle attività promozionali, ma anche in questo caso destano preoccupazione i tassi di interesse e l’elevato costo della vita. Il rallentamento della performance dei servizi, insieme alla nuova contrazione del manifatturiero, ha fatto sì che l’indice PMI composito del settore privato italiano scivolasse ancora più in basso, portandosi a 48.9 punti dai 49.7 del mese precedente: il valore più basso dal novembre 2022. «A differenza del settore manifatturiero – spiega l’analisi -, quello dei servizi è alle prese con l’impatto dell’aumento dell’inflazione dei fattori produttivi. Nonostante questa sfida, le aziende mantengono la capacità di sostenere gli aumenti dei prezzi di vendita dei loro servizi, probabilmente grazie al loro potere di mercato».