Il ricorso nei primi sei mesi è stato in assoluto fra i più bassi degli ultimi dieci anni

Arrivano buone notizie dal fronte degli ammortizzatori sociali, a conferma di come, nonostante l’inflazione e la guerra in Ucraina, il tessuto produttivo nazionale è vitale. Nel mese di giugno, l’Inps ha infatti autorizzato 28,7 milioni di ore di cassa integrazione nelle sue diverse forme, oltre 9 milioni in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Tornando indietro di dieci anni, soltanto nel 2018 le ore autorizzate erano state di meno (19,3 milioni), in un paio di anni (2019 e 2017) il dato è molto simile, mentre in tutti gli altri anni la differenza è enorme, compresi gli anni fra il 2014 e il 2016. Il dato non cambia anche se si guarda al cumulo delle ore autorizzate nel periodo fra gennaio e giugno. Nel 2023, l’Inps ha autorizzato circa 207 milioni di euro. Negli altri anni, si va da un minimo di circa 124 milioni (2018) ad un massimo di oltre 1,2 miliardi di ore (2021); subito dietro abbiamo il 2020 (quasi 758 milioni di ore) e il 2014 (511 milioni). Nei tavoli di confronto fra la ministra del lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, e i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e delle altre parti sociali il tema della revisione del sistema degli ammortizzatori sociali è rientrato più volte. L’attuale impianto, al netto di alcuni correttivi introdotti dal ministro Andrea Orlando, è quello definito con il decreto legislativo 148/2015 voluto dal governo Renzi.