di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Ora sono arrivati gli eventi estremi, il caldo torrido, la siccità o anche, al contrario, i temporali di particolare intensità, ma il problema, tutto sommato, c’era già da prima ed andava comunque affrontato e risolto: salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori dagli effetti delle condizioni meteorologiche, con particolare riferimento a quelli maggiormente esposti a causa della tipologia della loro professione. Un tema complesso, che richiede di garantire certamente la prosecuzione delle attività produttive, ma in modo da non mettere a repentaglio i lavoratori. Sulla questione è arrivato ieri il provvedimento del governo, urgente data l’ondata di caldo che sta affrontando il nostro Paese e dato anche uno stato d’emergenza in arrivo per cinque Regioni messe a dura prova dalle tempeste al Nord e dall’afa e dagli incendi al Sud. Il decreto legge approvato dal CdM si occupa dei lavoratori maggiormente esposti agli eventi atmosferici, in particolare quelli che operano nel settore dell’edilizia e dell’agricoltura, dando la possibilità di attivare la cassa integrazione in caso di situazioni meteorologiche eccezionali. Poi c’è la volontà di favorire intese con le parti sociali, da recepire anche attraverso decreti, per ulteriori norme a protezione della salute e sicurezza che si occupino di prevenzione e sorveglianza e di modalità organizzative specifiche in caso di situazioni climatiche particolari, relativamente ai turni di lavoro, alle pause, all’abbigliamento adatto, alla fornitura di prodotti per affrontare il caldo, dall’acqua in poi, il tutto al fine di rendere il più confortevole possibile l’ambiente di lavoro. Norme che secondo le intenzioni del ministro Calderone dovranno diventare strutturali. Si tratta di un primo passo importante in una direzione verso la quale non ci si era mai mossi finora. Sarà fondamentale, adesso, anche il lavoro e l’impegno delle parti sociali per arrivare a un protocollo condiviso, simile a quello realizzato in occasione della pandemia, per garantire ai lavoratori le migliori misure possibili per una maggiore tutela della salute e della sicurezza, un protocollo da immaginare esteso, in modo da offrire strumenti utili a fronteggiare l’emergenza climatica nelle sue varie sfaccettature: non solo il caldo di questi giorni, ma anche i temporali e i possibili allagamenti e tutte le conseguenze degli eventi estremi, sia estivi che invernali, e che si rivolga al mondo del lavoro nel suo complesso, per garantire condizioni di lavoro più agevoli e soprattutto per stabilire regole in grado di limitare al massimo incidenti o pericoli per la salute legati al tempo. Una nuova frontiera nell’ambito della salute e sicurezza. Ieri è stato fatto un primo importante passo dal governo, adesso tocca all’azione delle parti sociali, in modo costruttivo, efficace e concreto.