Oltre un terzo delle vittime è un minore e in 168 casi si parla di bambine

In Italia, il fenomeno della tratta e dello sfruttamento umano ha raggiunto livelli allarmanti, con nuove vittime identificate nel 2021 che ammontano a 757 casi. Uno dei dati più preoccupanti è che oltre un terzo di queste vittime sono minori, con 96 bambini e 168 bambine coinvolti. Questi dati emergono dal rapporto “Piccoli Schiavi Invisibili” di Save the Children, pubblicato in occasione della Giornata Internazionale Contro la Tratta di Esseri Umani. Il problema si è aggravato anche nel 2022, con 850 vittime prese in carico dal sistema anti-tratta. Le donne costituiscono il 59% di queste vittime, mentre i minori rappresentano l’1,6%. Tra i principali paesi di origine delle vittime, spiccano la Nigeria (46,7%), il Pakistan (8,5%), il Marocco (6,8%), il Brasile (4,5%) e la Costa d’Avorio (3,3%). Le forme di sfruttamento più diffuse riguardano lo sfruttamento sessuale (38%) e quello lavorativo (27,3%). A livello globale, la maggior parte delle vittime di tratta e sfruttamento rimane invisibile: durante il periodo 2017-2020, i casi identificati a livello mondiale sono stati meno di 190.000. I gruppi più colpiti sono stati le donne (42%) e i minori (35%), con forme di sfruttamento prevalenti a livello lavorativo e sessuale, rispettivamente al 38,8% e al 38,7%. Dal punto di vista geografico, la maggior parte delle persone coinvolte nel traffico di esseri umani a causa dei conflitti proviene dall’Africa Sub-Sahariana (73%) e dal Medio Oriente (11%).