La crescita socioeconomica e normativa è sotto gli occhi di tutti. Da più di un anno anche in Italia è diventata una professione

Il calcio femminile sta prendendo sempre più piede nel mondo dello sport. La crescita e l’evoluzione, socioeconomica e normativa, del calcio femminile è sotto gli occhi di tutti, addetti ai lavori e non. Già nel 2017 la Chief Women’s Football Officer della FIFA, Sarai Bareman, sottolineava come il calcio femminile rappresentasse «la maggiore opportunità di crescita per lo sport». Lo scorso 20 luglio c’è stato il calcio d’inizio del mondiale femminile in Nuova Zelanda e Australia, il nono della storia. La prima coppa del mondo femminile disputata nell’emisfero australe. La prima a 32 squadre, rispetto alle 24 dell’edizione francese, proprio come nel maschile (almeno fino al 2026). Numeri che si aggiungono a quando detto dal Presidente della FIFA Gianni Infantino , che a giugno ha annunciato il superamento del milione di biglietti venduti (1.032.884) per il torneo che vedrà la partita conclusiva disputarsi il 20 agosto al Sydney Olympic Stadium, un impianto da ben 81.500 posti. Le calciatrici della nazionale che si aggiudicherà la vittoria riceveranno la cifra di 250.000 euro, mentre 28.000 euro saranno garantiti a ciascuna calciatrice partecipante alla competizione. Secondo la FIFA circa 2 miliardi di persone guarderanno le partite, a fronte dei circa 1,12 miliardi di spettatori che si sono sintonizzati, su tutte le piattaforme, per seguire la Coppa del mondo femminile FIFA Francia 2019. Stando ad alcuni dati, si stima che il torneo alla fine genererà per la FIFA circa 200 milioni di dollari di ricavi da broadcasting, nonostante l’obiettivo dichiarato fosse intorno ai 300 milioni. Numeri molto distanti da quelli della coppa del mondo maschile, ma comunque numeri in fortissima crescita per un torneo per la quale a maggio la FIFA aveva espresso disappunto a causa di offerte definite troppo basse per l’acquisto dei diritti televisivi del torneo. Nel 2020 il 16% dei campionati femminili nazionali è stato classificato come professionistico, il 32% come semi-professionistico e il 52% come amatoriale. In Europa, nel 2022, la UEFA ha registrato un aumento del 77% del numero di calciatrici professioniste nei campionati di calcio femminile nelle ultime tre stagioni e l’83% dei campionati ha dichiarato che la qualità del calcio è migliorata nello stesso periodo. Gli appassionati in tutto il mondo del calcio femminile stanno crescendo, raggiungendo i 144 milioni nel 2022 con la possibilità di raddoppiare entro il prossimo decennio. Insomma il calcio non è più solo uno sport per uomini, come conferma anche il fatto che da aprile 2022 anche in Italia il calcio femminile è diventato professionistico.