«Il salario minimo è un bel titolo, funziona molto bene come slogan, ma nella sua applicazione rischia di creare dei problemi». Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è oggi espressa sul tema, che sta infiammando gli animi soprattutto dell’opposizione a seguito della proposta del presidente della commissione Lavoro, Walter Rizzetto, di rinviare la discussione a settembre (oggi, intanto, la ripresa dei lavori dopo la sospensione dell’emendamento soppressivo del ddl). Intervenuta a Non Stop News su Rtl 102.5, Meloni si è però detta disponibile «ad aprire ad un confronto con l’opposizione», ma ha anche sottolineato che la strada da seguire – concetto ribadito in più occasioni – è quella della contrattazione collettiva «da rafforzare». Per queste ragioni, la premier rispedisce al mittente le accuse, provenienti in particolare da M5s e Pd, di voler rimandare sul tema. «Non stiamo rimandando alcuna posizione – la sua versione –, hanno chiesto un confronto e per confrontarsi serve tempo, ma poi si sa: come si fa, si sbaglia». «Sono un po’ incuriosita da un’opposizione – ha quindi aggiunto Meloni – che dopo essere stata al governo una decina d’anni, oggi scopre che in Italia c’è un problema di salario e di precariato e lo considera una responsabilità di un governo che è in carica da nove mesi». Ma, appunto, «apriremo al confronto» perché «il tema dei salari mi interessa» e inoltre perché «ho letto gli appelli di Calenda, c’è un’opposizione che si pone in modo responsabile, serio, garbato, non pregiudiziale. È giusto dare un segnale, indipendentemente dal fatto che poi troveremo una soluzione al problema. Apriremo il confronto e cercheremo di capire se c’è una soluzione».
Non solo. «Stiamo approvando, si spera nelle prossime due settimane, la riforma generale del fisco attesa da decenni, con l’obiettivo di intervenire in tutti gli ambiti del sistema. Da una parte vogliamo abbassare le tasse e dall’altra parte vogliamo costruire un rapporto diverso, di fiducia reciproca, tra fisco e contribuenti, per lavorare bene insieme e combattere l’evasione fiscale». Durante l’intervento a Rtl 102.5, Meloni è anche tornata sul voto in Spagna. «Il risultato di Vox – la sua analisi – era atteso nell’attuale contesto, ma Il dato che emerge è che il centrodestra cresce molto in Spagna come in Italia», anche se «nessuno riesce ad esprimere una maggioranza e auguro agli spagnoli di formare quanto prima un governo perché siamo popoli amici al di là di chi governa». Ad ogni modo «fa sorridere la sinistra italiana che si consola» con il risultato «della sinistra spagnola di Sanchez». Guardando alle europee del prossimo anno, alla luce, appunto, delle elezioni di domenica in Spagna, «mi pare che le ricostruzioni di oggi siano campate in aria. Il mio obiettivo – ha perciò ricordato il presidente del Consiglio – è fare crescere la famiglia dei conservatori e sta accadendo, ma le cose si decidono dopo i risultati, non prima».