Tornato in Italia, ha ringraziato i vertici dello Stato italiano

Ringrazio «le autorità italiane e egiziane, le ong, la società civile, i vertici dello Stato italiano fino alla presidente del consiglio». Così Patrick Zaki, dal palco del cinema in Piazza Maggiore a Bologna. Il ricercatore, rientrato in Italia dopo la grazia concessa dal presidente egiziano al-Sisi l’indomani della condanna a tre anni di reclusione. «La mia – ha detto poi Zaki – è stata una storia di successo, ma in Egitto ci sono ancora centinaia di persone in prigione, chiediamo che vengano rilasciate. Meritano la grazia presidenziale come me». Una dedica speciale l’ha fatta poi alla gente della sua città, Bologna: «Sto vivendo un sogno, non posso desiderare altro. Vorrei bussare alla porta di ogni bolognese per ringraziarlo. Se sono qui è grazie a voi». Il ricercatore ha poi tenuto una conferenza stampa presso la sala VIII Centenario al Rettorato dell’Università di Bologna, bel corso della quale ha spiegato di essere «qui come un difensore dei diritti umani. Sono passato da tutto quello da cui sono passato perché ho difeso i diritti umani e la libertà». «Il momento peggiore – ha ricordato – è stato quando sono stato arrestato e poi quando è arrivato il verdetto finale. Ma ora sono qui a Bologna, ho ricevuto il mio titolo di studio e voglio ripartire con la mia carriera di ricercatore e difensore dei diritti umani». Tra i punti toccati da Zaki anche Giulio Regeni, per il quale ha invocato giustizia. Su Giulio Regeni è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni, spiegando di non considerare «la vicenda Regeni archiviata, continuo a occuparmene, come mi sono sempre occupata della vicenda di Patrick Zaki pur senza parlarne con voi».